venerdì 8 gennaio 2010

In attesa della seconda parte, esaminiamo la posizione di IDV nella grande truffa!!



Ricevuto da un caro amico il testo qui a seguire:


MicroMega ha pubblicato un'inchiesta sull'Italia dei Valori nelle diverse Regioni. Vi è molto, ma non vi è tutto... ci sarebbe voluto un numero speciale. Noi proviamo qui a vedere cosa sta succedendo in Liguria, con un aggiornamento su ciò che avevamo già scritto e con qualche novità... per vedere se la promessa "ripulirò" il partito fatta da Di Pietro a Paolo Flores d'Arcais viene mantenuta. Al momento pare proprio di no, e visto che a differenza di D'Arcais, guardando ai fatti non possiamo più credere che Di Pietro sia "vittima" della base, bensì si scelga scientificamente gli uomini e le donne che devastano l'Italia dei Valori, facciamo una rapida carrellata sulle "diversità" nell'Italia dei Valori in Liguria. Prima di partire però ci teniamo a sottolineare un particolare: quando d'Arcais ha dichiarato "L'Italia dei Valori è un partito ad illegalità diffusa" nessuno ha osato "crocifiggerlo" per lesa maestà, quando dal 2007 le stesse cose, con i fatti, le scriviamo noi, siamo stati accusati di ogni peggior male. Vediamo, quindi, queste news dalla Liguria e sfatiamo, anche qui, qualche falso mito. Buona lettura..........................



Marylin Fusco e Giovanni
Manovre nella Giunta di Repetto in Provincia di Genova: al posto della Cappello (ora alla Scuola, dopo i disastri all'urbanistica e difesa del suolo , spunta Cuozzo.
Giovanni Paladini, infatti, ha - si dice - la necessità di collocare qualcuno che non sia riconducile a lui.
Gaetano Cuozzo... prima di essere Provveditore agli Studi, era in Polizia (ma guarda tu: l'ambiente di Paladini) e poi nella Margherita (con Paladini)... dove era responsabile campagna elettorale della Marylin Fusco (compagna del Paladini).
E' proprio non riconducibile a Paladini, sic! D'altronde dopo il caso del segretario provinciale di Genova, Giovanni Pinelli - che Giovanni "segugio" Paladini conosce bene -, allontanato dalla Guardia di Finanza e rinviato a giudizio per reati vari sino alla concussione, Paladini cerca di riconquistare qualche briciola di credibilità. E, su questo punto, ovvero sull'elezione di Pinelli, la cosa curiosa è che il Pinelli era sì un uomo di Paladini, che nessuno osò mettere in discussione (tanto meno la "componente grillina" Cappello-Grappiolo che, forse, proprio su questo strinse un accordo per garantire il "doppio" incarico Comune e Provincia alla "grillina")... tanto è vero che Giovanni Pinelli fu eletto per acclamazione con una mozione unitaria (tanto per capirsi tutti i gruppi interni uniti nell'elezione, dal gruppo di Paladini, a quello del duo Cappelo-Grappiolo, passando per quello della Muratore).
Il Giovanni "segugio" Paladini si sente leggermente in difficoltà, perché il sostenere a spada tratta la carriera della sua fiamma, Marylin Fusco, sta producendo malumori tra le sue stesse fila, soprattutto, a quanto si dice, nel savonese e nello spezzino. Ma intanto il poliziotto in aspettativa, che tanto ha difeso le cariche sui manifestanti pacifici e la "macelleria messicana" del G8 genovese, tira dritto. Mentre il Paladini marcia, quindi, saldo del suo seggiolino in Parlamento e del ruolo di Coordinatore Regionale in Liguria, alcuni voci - certamente maligne e che attendono però smentita - tirano fuori le Cave della famiglia Paladini, in terra di Toscana, da cui sarebbero arrivati blocchi di scarto di marmo bianco liscio sino a Lavagna, per realizzare i lavori di ampliamento della diga foranea del Porto (tra abusi e veleni) in mano al faccendiere Jack Roc Mazrecu, in violazione delle prescrizioni che proibivano proprio l'uso di blocchi di marmo bianco e rocce liscie.

Giacomo Grappiolo e Manuela Cappello
La Manuela Cappello in Grappiolo (con doppio cognome come risulta dagli elenchi dei consiglieri comunali di Genova) intanto si accontenterà di restare in Comune, mentre proseguono gli affari di famiglia.
Infatti se nel 2007 anno in cui la Cappello, grillina-dipietrista, si è candidata ed è stata eletta con circa 170 voti nella sala rossa di Palazzo Tursi, la società "Grappiolo Bruno srl" (ovvero azienda del padre del consorte Giacomo Grappiolo) ha visto l'assegnazione di un incarico da parte del Comune (con saldo nel 2008). Questo incarico mentre già dal 2004 - quando la signora Cappello ed il consorte Grappiolo erano già "astri nascenti" dell'Italia dei Valori (e poi, 2005, del Meetup genovese di Beppe Grillo, che proprio in questi giorni pare averli scalzati) - e sino all'anno in corso, un'altra società della famiglia Grappiolo, la "Ligurnolo srl" di Alessandro Grappiolo (fratello di Giacomo), ha avuto costanti incarichi dal Comune di Genova. Questo per fermarci al solo Comune di Genova, senza quindi andare a verificare la situazione in Provincia... dove la "Grappiolo Bruno srl" risulta tra i "fornitori" e la Cappello, assessore.

Cappello, De Magistris, Bardi
Dopo che Il Secolo XIX il 19 settembre 2009 ha pubblicato l'articolo "Segretario imputato a Genova trema l'Idv", in cui si racconta la storia di Giovanni Pinelli (che direttamente dal convegno di Vasto, prima ha tuoanato al complotto e poi si è dimesso), gli accordi interni al partito di Di Pietro a Genova devono essere saltati e così l'unanimità che acclamò il candidato unico Pinelli segretario provinciale (da Paladini al duo Cappello-Grappiolo, passando per la Muratore) è svanita. Paladini parte all'attacco del "doppio incarico" della Cappello (consigliere comunale e assessore provinciale) che doveva essere risolto, stando alle regole nazionali dell'IdV, entro il 20 settembre, ma che la Cappello-Grappiolo non ha/aveva intenzione di risolvere, in attesa di una "deroga" ad personam. Quindi Manuela Cappello parte al contrattacco, quasi in preda ad una sindrome auto-incensante alla Berlusconi, dichiarando a Il Secolo XIX del 26 settembre 2009: "Mi sento di poter incarnare al meglio la rappresentatività dell'Italia dei Valori..." per poi concludere svelando una fantomatica corrente interna all'Idv facente capo a Luigi de Magistris e Sonia Alfano: "Io rappresento una buona parte di elettori dell'Idv, e sono elettori scontenti di come stanno andando avanti le cose, quindi vorrei una certa rappresentatività. Rappresento una parte dell'Idv che non può essere messa in disparte. Rappresento la cittadinanza che ha votato de Magistris, Sonia Alfano e quelli che condividono quanto Di Pietro dice 'fuori i riciclati'..."

Catalano con Alberto Teardo
Intanto a Savona il numero due della segretaria provinciale dell'Italia dei Valori, Vincenzo Catalano, girovaga per la città parlando con il piduista Alberto Teardo, già arrestato e condannato per associazione a delinquere, ai tempi della sua Presidenza della Regione Liguria, tra tangenti e bombe nel savonese.

E sul terreno ligure, in questo caso nel Levante, qualcosa si muove anche nelle società della Muratore. Il 3 agosto 2008 tornammo a scrivere proprio su queste e sulla consigliera regionale IdV (nella maggioranza di Claudio "gerundio" Burlando), Carmen Patrizia Muratore: "...come individuo legge 'il Partito del Cemento' e nota solo quello che vi è scritto su Chiavari, ma non nota, ad esempio, che tra le molte figure che compongono il blocco di potere burlandiano vi è anche una persona a lei molto vicina, come il socio dell'Ital Brokers, Giuseppe Marzo... detto "Pino"? Curioso anche perché si tratta dell'uomo di D'Alema... nato e residente a Gallipoli, nell'Ital Brokers a Genova, dalle origini agli ultimi assetti societari con Franco Lazzarini & C. Ma Giuseppe Marzo è anche un "ponte" con l'ex Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sempre passando da Genova, attraverso dirigenti ed eletti dell'Italia dei Valori in Liguria. Infatti Giuseppe Marzo direttamente e con altre sue società compare in due società costituite a Genova ma registrate alla Camera di Commercio di Isernia e poi trasferitesi, immediatamente, a Roma. Si tratta di due società gemelle, con l'identico oggetto sociale, la Gest.com e la Gest.net che si occupano entrambe di "recupero crediti" e di "effettuare, autonomamente e/o disgiuntamente dal rapporto di concessione, per conto degli enti pubblici e per conto terzi, i censimenti tributari e patrimoniali, le rilevazioni tributarie e patrimoniali, l'aggiornamento ed i controlli dei ruoli inerenti imposti, tasse, tributi, diritti, canoni patrimoniali, canoni ricognitori, canoni non ricognitori, tariffe e quant'altro può formare oggetto di entrate a favore degli enti stessi". Nelle Gest.Net presidente del Cda risulta Giuseppe Marzo, mentre l'Amministratore chi è? Proprio Carmen Patrizia Muratore. Nella Gest.Com invece Giuseppe Marzo lo troviamo tra i soci con la Pimarfin mentre di nuovo vi è Carmen Patrizia Muratore quale Amministratore, mentre Franco Arata, ex Finanziere con qualche guaio alle spalle, già convivente della Muratore, dirigente dell'IdV ligure e più volte candidato è consigliere di amministrazione."

Da allora ad oggi un po' di queste cose si sono evolute... forse anche per le attenzioni puntate sopra alla questione. Intanto un altro uomo vicino ai DS-PD, ed in particolare a Claudio "gerundio" Burlando, è nelle società. Si tratta di Claudio Repetto. Ma vediamo con ordine.

Il primo particolare è che la Gest.Net è stata prima trasformata da spa in srl (il 13 gennaio 2009) e quindi posta in liquidazione il 9 marzo 2009. Nonostante sia registrata alla Camera di Commercio di Roma (dopo il "viaggio" da Genova ad Isernia), il Tigullio è sempre il fulcro. Infatti il liquidatore nominato è Ernesto Mazza, nato a Reggio Calabria ma residente a Rapallo.

Il secondo particolare è nella Gest.Com. Questa vede nel Cda: Carmen Patrizia Muratore (dell'IdV e consigliere regionale in Liguria) come Amministratore delegato, con Franco Arata (dell'IdV, ex agente allontanato dalla Guardia di Finanza, come il Pinelli) e Claudio Repetto (l'uomo vicino a Claudio Burlando) come Consiglieri. In questa stessa società se la Pimarfin srl (di cui è socio al 67% il Giuseppe "Pino" Marzo della Ital Brokers il cui presidente è nientemeno che la notissima FERNANDA CONTRI!!!!), mantiene le sue quote di proprietà (50%), il restante 50% è della Bisag srl che ha visto un moltiplicarsi di avvicendamenti al suo interno.

Vediamo, quindi, questo terzo particolare relativo alla Bisag srl. Qui tra i soci vi era la Tributi Italia (dei fratelli Saggese di Chiavari) che nel dicembre 2008 hanno ceduto la loro quota alla Fin.Cemar. Questa sino al settembre 2008 era al 100% di Paolo Vito Marti che passa le quote a Claudio Sabotti.

Facciamo una pausa per capire un passaggio. Paolo Vito Marti della Fin.Cemar che acquisisce le quote dalla società Tributi Italia dei Saggese, è il manager della stessa Tributi Italia al centro di indagini e rinvii a giudizio, come a Bologna, per vari reati tra cui truffa aggravata, falso e frode, visto che - secondo le denunce e le indagini - riscuotevano le imposte comunali ma non le versavano ai Comuni. A Velletri la Tributi Italia è accusa di peculato. A Pomezia si parla di ammanco di 137 milioni di euro!

Laura Maragnani su Panorama, prova a sollevare la questione e scrive: "Si evince che allo stato attuale, in Italia, ben cinquecento comuni rischiano la bancarotta perché l'azienda che incassa le imposte poi non le versa. Sul caso indagano procure di mezza Italia".
Noi prendiamo, ora, anche un altro esempio: il caso di Aprilia, comune della provincia di Latina. Qui tutto avvenne con la vecchia amministrazione di centro-sinistra mentre al governo vi erano i D'Alema ed il fido Vincenzo Visco. Qui il contratto con la società dei Saggese venne siglato per la riscossione ma anche con una "partita" relativa all'arredo urbano che non si capisce cosa mai c'entrasse. Il rapporto si è chiuso con un credito da parte del Comune di circa 20 milioni di euro, senza calcolare gli interessi. Vengono fuori 9 milioni di euro che la perizia fatta eseguire dal pm Raffaella Falcione indica nel dovuto dalla società al Comune per la sola partita dell'arredo urbano. Cosa curiosa nel caso di Aprilia è che il 30 gennaio 2001, con il processo non ancora iniziato, Antonio Di Pietro, allora Senatore della Repubblica, fece un interrogazione sulla questione.... ma non al Ministro delle Finanze, sulla base dell'inchiesta della Procura con la Guardia di Finanza, bensì al Ministro della Giustizia. E cosa diceva Antonio Di Pietro in tale interrogazione? Semplice: metteva in discussione alcuni dei provvedimenti del pubblico ministero e chiedeva addirittura al Ministro della Giustizia di verificare "se sussistano gli estremi di responsabilità disciplinare". Chiaro?!?

Proviamo ora un attimo a capire, prima di riprendere i "viaggi" interni alla Bisag srl, chi siano questi Saggese che hanno la loro centrale a Chiavari nel Tigullio, proprio dove la consigliera regionale dell'Italia dei Valori, Carmen Patrizia Muratore (amministratrice della Gest.Com e, sino alla messa in liquidazione, anche della Gest.Net) viveva, ha coperto la carica di assessore comunale e dove era (ora lo è ancora ma in aspettativa) Cancelliere presso il Tribunale, all'interno del quale ha goduto di "ampio spazio".
Patrizia Saggese
Secondo la procura di Velletri Giuseppe Saggese è il "dominus" della Tributi Italia, pur risultando un semplice "consulente" per "servizi speciali". Questi, come riportato da Panorama è: "nato a Taranto nel 1960, era già attivo negli anni ‘90: con la Publiconsult è sbarcato a Nettuno, Pomezia e Aprilia". Nel 2001 per lui scatta l'arresto con l'accusa di corruzione di alcuni consiglieri comunali. Prosegue Panorama: "In azienda è subentrata la sorella Patrizia, 40 anni, avvocato [del Foro di Chiavari, iscritta dal 2002, ndr]. La Publiconsult ha cambiato nome in San Giorgio e poi ha acquisito altre società come la siciliana Ausonia; nel febbraio del 2008 ecco l'ultimo acquisto, la pugliese Gestor.... Adesso il tutto si chiama Tributi Italia. Giuseppe Saggese è stato arrestato il 28 aprile e l'8 settembre ha ricevuto, da Velletri, un avviso di garanzia per peculato. Indagati la sorella Patrizia e il manager Paolo Vito Marti, inquisito a Bologna anche per truffa aggravata, falso e frode, più una dozzina di dirigenti. Sequestrati immobili e conti bancari. E ora? «Non scapperemo con la cassa» aveva affermato Giuseppe Saggese a maggio. «Abbiamo crediti certificati per 142 milioni» ha assicurato Patrizia ai primi di settembre, promettendo il rientro dei debiti".

Ma riprendiamo adesso il giro di quote delle società che vedono gli uomini di Di Pietro e D'Alema in prima fila e che vantano tra soci azionisti proprio i Saggese.
Il Marti cede il 95% delle sue quote, come detto, a Claudio Sabotti, che a sua volta ha ceduto il 20% alla Effepi finanziaria, di Pasquale Froio, anche questo della Tributi Italia, anche lui coinvolto nelle inchieste con Marti e Saggese. Nella Fin.Cemar troviamo poi alcuni soci di minoranza tra cui il Claudio Repetto con Lanari, Alba Immobiliare e Dediserati.

Se andiamo a vedere la Gest.Net, ora in liquidazione, vediamo che se questa era di proprietà al 50% della Pimarfin srl (Giuseppe "Pino" Marzo) e della Giufra srl (Fin.Cemar), anche qui qualcosa è cambiato. Poco dopo la liquidazione (marzo 2009) vi sono stati un po' di passaggi. L'11 giugno 2009 infatti il Giuseppe "Pino" Marzo ha venduto il 50% di proprietà della Pimarfin srl a Giufra srl, uscendo quindi di scena.

Nicolò Ghedini
Quello che è dato sapere ancora è che i fratelli Saggese, dal ligure Tigullio e più precisamente da Chiavari, hanno per la Tributi Italia incaricato degli affari legali l'avvocato Nicolò Ghedini e come advisor Ubaldo Livolsi (il finanziere di Berlusconi che salvò la Fininvest 13 anni fa, che era in cordata con Ricucci per la scalata alla RCS per conquistare il Corriere, e - non dimentichiamo - l'uomo già ai vertici di Sviluppo Italia). Hanno già chiesto 70 milioni di euro di aiuti per salvare gli "affari"... mentre i Comuni incasinati e senza incassi continuano a moltiplicarsi in tutta Italia, compresa la Liguria.

Ora, sarà lecito domandare quindi, che ci fanno in Gest.Com (e cosa ci facevano, per quanto riguarda la Gest.Net sino alla messa in liquidazione) i dirigenti IdV - con gli amici di D'Alema e Burlando - in queste società tra deliri di passaggi di quote tra soci che, diciamo, hanno notevoli problemucci lungo lo stivale, tanto da ricorrere al Ghedini?

Marta Vincenzi e Claudio Burlando
Si vede proprio che tra una componente e l'altra dell'IdV, nonostante le promesse di pulizia - dopo l'articolo "C'è del marcio in Danimarca" pubblicato da MicroMega - non sanno quale salvare. In effetti è dura trovare qualcosa di decente... in questa sorta di "Danimarca" tutta genovese e ligure... dove la "nuova Italia dei Valori", dalla componente del "segugio" Paladini a quella dei "grillini prestati alla politica di partito" Cappello-Grappiolo, passando per quella della Muratore, sono tutti saldi difensori e sostenitori fedeli di un centro-sinistra dal Comune di Genova, per salire sino alla Regione, è sotto scacco di inchieste pesantissime della Procura della Repubblica... dove il signore del "Maestrale", Claudio Burlando, alla testa con Scajola, del Partito del Cemento, si appresta ad essere il candidato unitario, senza primarie, alla presidenza della Regione Liguria (mentre nomina uomini dell'Udc ormai ovunque come anche il cugino di Totò "vasa vasa" Cuffaro nel Cda dell'Ospedale pediatrico Gaslini stringendo il "patto della grande mangiatoia" con Monteleone!!


venerdì 18 dicembre 2009

Una storia abbastanza banale: Due amici decidono di fare truffe alla collettività; i sistemi di controllo si fanno corrompere........

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RECCO, GE,
un piccolo comune con 10.200 abitanti circa di cui due "molto speciali":


BUCCILLI Gianluca Assessore, poi sindaco per due mandati, oggi nuovamente assessore.

SAGGESE Giuseppe Esattore, Fideiussore, Informatico, Gestore di rifiuti ecc.

I personaggi di contorno, che appaiono all'interno della supertruffa:

(In ordine di apparizione)
RAINERO Giovanni Sindaco di Recco,GE-
ORTORI Mario Responsabile di Publiconsult-Socio dei due
REPETTO Lorenzo Sindaco di Castelletto d'Orba, AL-Socio dei due
PAGHERA Gianfranco Giardiniere - Socio dei due

GRILLI Giulio, Notaio in Genova-Collaboratore alla struttura
DI PIETRO Antonio, Parlamentare IDV-Collaboratore all'immagine
COSMI Gianni Sindaco di Aprilia-Interessato
VERUGGIO Marco, Ex precario del comune di Genova-Interessato
PERICU Giuseppe Sindaco di Genova-Interessato
REPETTO Alessandro Presidente della Provincia di Genova-Defilato/Assente
LALLA Francesco Procuratore Capo Genova-Defilato/Assente
SCHENONE Maria Grazie - Collaboratrice
CARBONE Viviana - Collaboratrice
GAMBUZZA Anna - Collaboratrice

Le società della supertruffa:

PUBLICONSULT
SOCEA
S&Rt
PAGHERA
COMUNICAZIONE E IMPRESA
PUBLICONSULT INGENEERING
ALTO MONFERRATO SERVIZI
INFOMONT
GESTOR
RTL
IPE
SAN GIORGIO
TRIBUTI ITALIA
ESPORENT
GESCAP

Credo che sia giusto fare qualche osservazione preliminare data la confusione che regna sovrana in questa storia.
la narrazione è documentalmente supportata e chiunque necessitasse di copie di atti e documenti può richiederli all'indirizzo : oras.genova@gmail.com

I quotidiani ne scrivono da anni, sempre e solo riportando rigorosamente le "veline"di SAGGESE & Co. e disinformando in maniera scandalosa.

Oggi appare di tutta evidenza, data la circolare n. 3/DF del 14 dicembre 2009 emessa dal Ministero delle Finanze, (CANCELLAZIONE DALL'ALBO) che il giochino della supertruffa è stato scoperto e tutti i pezzi da 90 della politica che coprivano la banda si sono ritirati.
Dobbiamo però capire come nasce questa immensa truffa, chi sono gli attori e i comprimari, quali siano gli scopi e dove siano andate a finire le centinaia di miliardi dei cittadini sparite nel nulla; dobbiamo dare ad ognuno il giusto carico di responsabilità derivante da azione o, forse peggio, omissione.


Nell'anno 1992, a causa di tangentopoli - nata a febbraio - e della svendita dell'Italia (la privatizzazione dei beni dello Stato) con il "Patto del Britannia" del 2 giugno - i partiti politici si trovarono improvvisamente a corto di danaro per le esigenze dettate dai loro scopi clientelari ed elettorali.

Ad alcuni apparve una buona cosa privatizzare l'accertamento e la riscossione dei tributi potendo contare sulle mazzette generose che potevano derivare da queste pratiche.
In tutta Italia si cominciò a diffondere la "novità" secondo cui, un accertatore/esattore privato sarebbe stato più efficiente di quello pubblico e il popolo, che a seguito di tangentopoli si era convinto che i politici rubassero, cascò in pieno nella trappola creata ad arte: si suicidò per la seconda volta!
Il popolo, si sa bene, è gonzo per natura quasi ovunque, ma in Italia ha scalato la vetta molto in fretta essendosi assicurato il primo posto in classifica nel mondo intero, attento, com'è, a dare valore alla "fiducia" e all' "apparenza".
Vennero costituite le prime società "specializzate" e queste presero i primi contatti con il mondo amministrativo/politico che le aveva richieste e, quasi dovunque, create adatte alla bisogna; la maggior parte di queste erano, come Publiconsult, specializzate in affissione di manifesti e installazione di cartelli pubblicitari.....niente di più!
Adatte alla bisogna significa che i personaggi che le amministravano dovevano appartenere alla categorie caratteriali dedite alla delinquenza: appropriativi, mercantili, tesaurizzanti, se poi si fossero mostrati anche affetti da evidente megalomania, il risultato sarebbe stato migliore.


SAGGESE Giuseppe, megalomane, immigrato a Recco da anni, figlio del locale pretore, molto erroneamente definito "d'assalto", fece quindi la sua apparizione sulla scena proprio nel suo comune: RECCO, correva l'anno 1994, allorchè il sindaco RAINERO lo premiò molto vistosamente per la sua "generosità" affidandogli l'appalto delle esazioni comunali......................

Nella seduta di giunta del 27 dicembre 1994, prot. n. 930 - quindici anni fa' - il sindaco RAINERO Giovanni e i suoi scagnozzi decisero di affidare al SAGGESE l'accertamento e la riscossione dei tributi concedendogli il modesto aggio del 30% (tutto compreso) !


Fu il primo e più significativo atto pubblicitario della coppia a delinquere BUCCILLI/SAGGESE che da allora non ebbe più "confini" entro i quali esercitare il malaffare!!

Il riconoscimento di quella imponente, radicale e demenziale azione propagandistico/pubblicitaria, ha visto RAINERO sempre "curato e protetto" dai due "soci" nella sua successiva inutile ed insulsa carriera politica.
Il popolo, notoriamente distratto, non si rese conto che per ogni 100 lire di tributo pagato, ben 30 di queste andavano nelle tasche di Saggese & C. che distrubuiva poi generosamente i compensi ai partiti di riferimento.
Il popolo, però, si accorse che qualche cosa non funzionava poichè l'accertamento era clientelare, ossia venivano imposti tributi ai "nemici" e venivano salvati gli "amici", persino con esempi spregiudicati "gettati in faccia" ai cittadini.
Il popolo imparava che accertare e incassare tributi aveva quindi due scopi; il primo riscuotere aggi spaventosamente alti per finanziare i partiti castigati da tangentopoli e dalla privatizzazione delle aziende di Stato, il secondo condizionare fortemente la clientela elettorale attraverso la discrezionalità assai ampia dell'accertamento.
Gli amministratori pubblici, alle legittime lamentele dei cittadini, rispondevano trincerandosi dietro il fatto che si trattava di una società privata sulla quale loro non avevano possibilità di intervenire.
Il popolo, si sa, è abituato a digerire pillole amare, a chinare la testa, ad essere suddito; SAGGESE, il braccio e BUCCILLI, la mente, lo sapevano bene..................

Da qui, dal paesello natio dei due coetanei, parte il grande progetto.
I due avevano ormai compreso che si potevano chiedere ed ottenere aggi elevatissimi; avevano compreso che era un ottimo sistema di finanziamento dei partiti; avevano deciso di lanciarsi in grande sul territorio italiano.
In realtà, prima di allora, avevano già messo a segno altre porcate simili, ma di minor impatto tanto per allenarsi alla corruzione in grande stile e al peculato - se sarà il caso, ne tratterò a parte -.
Torniamo a Publiconsult e all'anno 1994 e vediamo che la società si allarga ai comuni limitrofi o a quelli dove si trovano sindaci "amici" di Buccilli e del suo partito di riferimento; l'infiltrazione avviene sempre e comunque con operazioni di turbativa e corruzione; le voci della pessima gestione si rincorrono e una parte della popolazione si indigna..........niente di più.
Nel 1995/6/7/8 "raccatta" comuni un po' dovunque e ingloba alcune società che hanno patrimoni gestionali, in particolare in Piemonte e Liguri; la conduzione dell'allargamento dell'impresa è definita da una filosofia industriale solo ed esclusivamente criminale.

Nel 1997/1998 viene progettato il "futuro grandioso" e nel successivo 1999, avviene il grande salto con tre operazioni da manuale distribuite nel tempo:

1) una truffa da 14 miliardi e rotti al comune di Genova, sindaco Pericu, restata nel silenzio più assoluto perchè "tacitata" con ricchi compensi ai partiti di governo comunale, per fare "cassa contanti"!
2) parte il piano di assalto al Pontino (Aprilia, Nettuno ecc.) che si realizza nel marzo dello stesso anno, essendo diventata area geografica protetta da un "padrino" assai vicino a Buccilli. (Vedi ALLEGATO 1 a fine articolo)
3) viene dato corso ad un grande investimento per far eleggere BUCCILLI sindaco di Recco



1) Cosa accade a Genova ?



Il sindaco Pericu mette in piedi un sistema di formazione di una quarantina di giovani, affinchè possano formarsi fino a diventare esattori per i tributi locali con esazione diretta dell'ente.
Spende danaro pubblico in maniera copiosa e porta i giovani, precari, alla formazione.
Poi, senza ragione, decide di appaltare l'accertamento e l'esazione alla Publiconsult (già assai chiacchierata in provincia) e stipula un meraviglioso (per la Publiconsult) contratto in cui concede il solito aggio del 36.75 % sulle somme accertate e non su quelle riscosse.
Il SAGGESE fa emettere 18.156 cartelle esattoriali "pazze" e va a riscuotere i suoi 14 miliardi rubati; il comune vede aprirsi una massa di contenziosi notevole, dove soccombe con ulteriori spese che vanno ad aggiungersi ai 14 miliardi già pagati all'esattore/truffatore.
Diceva Marco VERUGGIO, all'epoca rappresentante dei precari comunali, ma oggi fac-totum di Rifondazione in Regione Liguria:"SONO DUE I PUNTI CHE CONTESTIAMO A PUBLICONSULT E AL COMUNE DI GENOVA: IN PRIMO LUOGO I PRECEDENTI AVUTI CON LA LEGGE DALL'AZIENDA E POI I RISULTATI CATASTROFICI DELLA SUA ATTIVITA' ".
Cio non ostante il sindaco Pericu, ancora nel 2006 ( nonostante gli arresti di SAGGESE del 2000 e del 2005!) prolungava la concessione alla PUBLICONSULT con la delibera del 18 ottobre 2006 (Vedi ALLEGATO 2 a fine articolo)




2) Che cosa accade nel Pontino ?

C’ è una storia strana, dalle parti di Aprilia. Una storia di soldi, tantissimi soldi, che ruota intorno a un anomalo asse destra-sinistra che ha infettato non solo Nettuno e i suoi dintorni ma anche la Liguria e il Piemonte per piombare poi, deflagrante, nel dibattito politico di Roma. C’ è un’ inchiesta incandescente. E a mano a mano che la cosa monta, l’ aria si fa più fetida. Sul piatto c’ è una torta di oltre 1.000 miliardi. Cioè un terzo dei 3.000 miliardi di tasse locali che alcuni Comuni, riconoscendo una commissione stratosferica (il 36,75 per cento), hanno concesso a uno strano consorzio di esattori dopo una strana gara d’ appalto. Partiamo dall’ inizio. Partiamo da Aprilia. Marzo del ‘ 99. Alle tre di notte e con soli 11 voti a favore, il consiglio comunale di Aprilia, dove la maggioranza è di centrosinistra e il sindaco è del PPI (Partito Popolare Italiano) Gianni Cosmi, vota l’ istituzione immediata, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato abbia già proibito in questi casi la procedura d’ urgenza, di una società mista pubblica (51%) e privata (49%), la A.Ser. per raccogliere i tributi municipali: Ici, Tarsu (rifiuti), Tosap (suolo pubblico) e Icp (affissioni pubblicitarie).-il consiglio comunale era ormai scaduto e le elezioni si sarebbero tenute il successivo mese di aprile-
Cosmi e la sua giunta erano già scaduti nel mandato e privi della possibilità di firmare l'atto !
L'atto incriminato poi dalla procura, viene in realtà firmato da due dipendenti della Publiconsult che ricevono la procura alla firma proprio la sera precedente con atto del notaio Grilli: Viviana Carbone e Maria Grazia Schenone; per il comune di Aprilia firma invece una dipendente, Anna Gambuzza, che ammette persino, davanti al giudice, di aver avuto evidenza dell'irregolarità dell'atto, ma di averlo firmato sottoposta a pressione da parte del sindaco e dell'assessore.
Si tratta di circa 23 miliardi, per la cui raccolta, visto che non è segnalata una evasione particolare da parte degli abitanti, il Monte dei Paschi di Siena, utilizzato come esattore fino all’ anno prima per le tasse minori, avrebbe probabilmente applicato la solita percentuale: l’ 1,5%. Pari a 345 milioni. Viene invece deciso che la nuova società avrà un aggio del 30%: quasi sette miliardi. Come individuare il partner privato? Gara d’ appalto. A cavallo di Pasqua. Con il minimo di annunci possibile (due) sul giornale locale e nazionale più piccoli a disposizione (Latina Oggi e guarda caso l’Unità), dieci-giorni-dieci di tempo per presentare una montagna di carte prima della scadenza e una clausola da ridere: oltre a raccogliere le imposte chi vince dovrà sistemare i fiori nelle aiuole della cittadina. Poteva mai esistere al mondo una società di esattori e giardinieri? Infatti non c’ era !

I due Sag. & Bucc. la stavano creando ad arte.................... aveva già una sede sia ad Aprilia che a Nettuno, la prima in via Salieri 54 e la seconda in via Delle Sterlizie 4.
Come mai aveva i locali, e chi li aveva resi disponibili ?
Semplice!.......un'altra "figlia" partorita dalla coppia SAGGESE BUCCILLI, una società denominata Comunicazione e Impresa iscritta alla CCIA di Genova il 27/7/98 e il cui amministratore era la mente dell'operazione del Pontino:BUCCILLI Gianluca (più avanti tutti i dettagli).
In più - la fretta spesso crea problemi - vizio formale, uno dei partecipanti aveva una sola (e non due) garanzie bancarie. Gara annullata. Ai quattro partecipanti, la Publiconsult di Chiavari (che fa da traino), la Socea di Recco, la S&RT di Genova e la bresciana Paghera di Lonato, che si occupa di vivai (sic…), la giunta di Aprilia fa però una proposta interessante: visto che tra voi c’ è chi si occupa di tributi e chi di piante, perché non vi unite in un Raggruppamento Temporaneo d’ Impresa e diventate insieme nostri soci?
Provate a indovinare: accettano.
Non solo, nel giro di poche settimane chiedono d’ entrare nel giro, alle stesse condizioni, anche i comuni di Ardea (giunta del Polo, sindaco di An) e di Pomezia (giunta del Polo, sindaco di Forza Italia): 17% a testa, col 49% ai privati. Un patto di ferro da 100 miliardi l’ anno con scadenza tra venti anni. Per un totale di 2000 miliardi. Non basta: presi dall’ entusiasmo anche i vicini di Nettuno varano un appalto uguale identico destinato ad andare, come l’ altro, a vuoto. E chi partecipa? Gli stessi amici di Aprilia (compresa quella S&RT che a dieci anni dalla fondazione risulta avere «zero addetti indipendenti, zero addetti dipendenti») più un concorrente «X» che si ritira prima di gareggiare e più un terzo incomodo, la Gescap. La quale qualche mese dopo, coincidenza, firmerà il biglietto d’ invito a una crociera a Recco sul panfilo «Città di Camogli» (pranzo a bordo e fuochi artificiali) indovinate con chi? Esatto: con la Publiconsult e la Socea. Quelli che l’ hanno «battuta». La percentuale riconosciuta alla comitiva di esattori e al socio pubblico, chiamati fino al 2020 a gestire altri 25 miliardi l’ anno per un totale di 500, è la stessa: il 36,75% di tutte le imposte municipali.Non basta. Negli accordi i comuni riconoscono che questa quota, un aggio che manco Ghino di Tacco avrebbe avuto la faccia di imporre, finirà al 70% ai soci privati che si occuperanno della raccolta delle tasse vera e propria. Dopodiché, tolte le spese (dipendenti, affitti, telefono: a carico degli enti pubblici) ciò che resta sarà diviso metà e metà.
Fermi tutti, scrive da Roma il ministero delle Finanze. E spiegando che la nuova legge 446 del 1997 dà sì il via libera ai comuni perché affidino la riscossione dei tributi proprio a società miste ma solo con soci iscritti a un apposito albo da istituire, in modo da non rischiare che un affare come quello finisca in mano a personaggi tipo i cugini Ignazio e Nino Salvo (i mitici esattori siciliani legati alla mafia), chiede chiarimenti immediati.
Risposta: zero.
Al che il ministero scrive di nuovo: attivate «immediatamente ogni procedura idonea al ripristino della legalità violata».
Risposta: zero.
Terza lettera. Le Finanze chiedono di sapere cosa è stato fatto «per il recupero delle eventuali somme corrisposte all’ A.Ser a titolo di aggio. E ricordano seccamente che «la remunerazione dell’ attività di riscossione, effettuata da soggetti terzi, non può in ogni caso risultare superiore a quella prevista dalla normativa vigente in materia».
Risposta: zero.
Anzi, salta fuori Antonio Di Pietro che con una stupefacente interpellanza chiede come mai le Finanze mettano in cattiva luce i bravi amministratori di Aprilia.
E il vicesindaco e assessore alle finanze, Rosario Raco, un diessino che se ne infischia delle direttive impartite dal compagno di partito Vincenzo Visco, fa il bullo e dichiara: «Le lettere del Ministero? Non hanno alcun valore». E dice: «Vadano a controllare altre società analoghe. Spero si chiuda questa squallida pagina di sciacallaggio politico».
Sciacallaggio? E da parte di chi? Certo, qualche consigliere comunale dell’ opposizione si muove e denuncia ma sono tiepidi, salvo eccezioni, quelli di Forza Italia, tiepidi quelli di Alleanza Nazionale, tiepidi quelli del Ccd… Mica facile dar battaglia se del consorzio fanno parte anche comuni governati dal Polo.
Chi si muove è Raffaella Falcione, il pubblico ministero di Latina. Che mette al lavoro i finanzieri del tenente Emanuele Fisicaro e spedisce nove avvisi di garanzia al sindaco, a tre assessori e agli amministratori del consorzio di società, che nel frattempo hanno trasferito una dietro l’ altra le sedi, chissà perché, dalla Liguria a un paesino dell’ estremo Sud, Manduria, provincia di Taranto.
Chi sono? L’ uomo attorno al quale gira tutto si chiama Giuseppe Saggese, è figlio d’ un magistrato, si presenta come esperto di esattorie e appare quale l’ uomo forte della Publiconsult, la società capo-cordata. Degli altri, tra i quali la sorella Patrizia, si sa poco o niente. Ma le novità più curiose, scava scava, arrivano dal Nord. Salta fuori infatti che, con una formula praticamente identica (società mista che si prende il 30% delle tasse comunali, 70% della quota ai privati), un’ altra cittadina ha deciso di affidarsi agli stessi protagonisti di Aprilia. E’ l’ alessandrina Castelletto d’ Orba, dove sindaco è il forzista Lorenzo Repetto che, amico del presidente dell’ Empoli calcio, venne coinvolto nella tentata (e presunta) corruzione dell’ arbitro Stefano Farina.
E l’ opposizione locale che fa? E’ serena.
Tra i requisiti richiesti dalla legge, vi doveva essere un documento che accertava che una delle società, la Paghera, avesse effettuato opere di giardinaggio e/o di arredo urbano per enti comunali (ricordate gli esattori-giardinieri ?). Accluso agli atti di gara della Nettuno Servizi, risulta un documento, ritenuto falso dalla Magistratura inquirente , nel quale si certificavano lavori mai realizzati. Sapete dove ? nel Comune di Castelletto d’Orba in provincia di Alessandria, dalla Ditta Paghera; risultò che tale documento veniva sottoscritto dal Sindaco del Comune di Castelletto d’Orba, indovinate chi era ? Lorenzo Repetto.
Due note:
1 -il giorno prima della perquisizione al comune di Castelletto d'Orba prende inspiegabilmente fuoco l'archivio....
2- la società pubblico/privata che gestisce i tributi di Castelletto - Alto Monferrato servizi - ha all'interno (forse per maggior controllo!!) la moglie del sindaco Repetto.

Risulta anche che sono state avviate indagini dalla Procura di Velletri e da quella di Alessandria e che la suddetta Procura di Alessandria ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio del Sindaco in questione per falso in atto pubblico, poi condannato per questo motivo.
“Stranamente” però questo personaggio fece parte del consiglio di amministrazione della Nettuno Servizi, chissà per quali particolari meriti o legami con la cittadina del tridente; forse perchè è un caro amico di BUCCILLI ?

3) Che cosa accade a Recco ?
I due soci in affari, Buccilli e Saggese, sono ormai pronti per il grande salto. Possono permettersi una campagna elettorale devastante grazie ai fondi messi in campo dallo sponsor PAGHERA di Lonato; proprio il Paghera Gianfranco che sarà poi arrestato assieme a Saggese e agli altri nell'inchiesta della Falcione e di cui si è letto poco sopra nella vicenda del Pontino.
PAGHERA mette soldi in abbondanza e fa stampare migliaia di videocassette nelle quali presenta il paese come sarà dopo la gestione del candidato Buccilli; la stampa dei volantini in carta patinata e di tutti i manifesti e le locandine in carta pregiata danno dimostrazione della potenza economica del megalomane SAGGESE.
A tutti i gonzi fa un effetto significativamente forte e Buccilli viene eletto con una maggioranza consistente il 13 aprile 1999; la lista, di centrodestra, non trova avversari anche perchè SAGGESE li controlla tutti essendo stati, nel 1994, i suoi amministratori "di riferimento"per il primo incarico di esattore!
Buccilli intanto, otto mesi dopo l'elezione, il 23/12/1999, riceve da Saggese 14 milioni ed altri 4 dalla Publiconsult Engineering (sempre Saggese & C) che escono dalla Comunicazione e Impresa srl cedendo le quote possedute. Come abbiamo già visto sopra CeI è la titolare dei locali di Aprilia e di Nettuno nei quali si stà portando avanti la truffa del Pontino.
Buccilli era stato eletto sindaco con i soldi di PAGHERA/PUBLICONSULT, era socio dei due nella truffa del Pontino ed era, contemporaneamente sindaco di un comune che aveva quale esattore una ditta di cui lui era socio e che aveva messo i soldi nella sua campagna elettorale...............che male c'è ?
Nessuno.............. tant'è che neppure il Prefetto aveva dato peso alla cosa!!!!
Il Prefetto, purtroppo per noi, e buon per loro, era ......ROMANO ! Dunque....!
Buccilli era poi stato anche il "noto personaggio locale" che aveva ricevuto i 57 amministratori del Pontino che erano venuti a Recco per la festa patronale dell'8 di settembre ad ammirare lo spettacolo pirotecnico e a gustare la cucina ligure presso il ristorante "La Manuelina", invitati da Socea & co.
Come li aveva ricevuti ?
Nella veste di sindaco della città di Recco ?
Nella veste di socio della banda di truffatori del Pontino ?
Nella veste di titolare delle sedi della società truffaldina ?
Oppure se ne era inventata un'altra possibile e credibile ?
Nel frattempo la giunta neo eletta, al gran completo, sfilava ogni domenica mattina in piazza del comune rispettosa ed ossequiosa davanti alla macchina di SAGGESE (di solito una Mercedes assai speciale e costosa), rigorosamente posteggiata in divieto, ringraziando il "magnate", socio del sindaco, per le generose elargizioni che avevano permesso la vittoria elettorale.(quante foto eloquenti del leccaculismo degli amministratori recchesi!!)
Mai uno, tra i consiglieri e gli assessori, che si chiedesse dove sto tizio prendeva tutte quelle somme che dilapidava così vistosamente !
La stupidità può essere considerata una attenuante ???????????
Alla fine dell'anno 2000, il giorno 3 novembre, venerdì, si era tenuta una riunione di consiglio comunale che dibatteva diversi argomenti.
Prima della seduta aveva trovato spazio una riunione dei capi gruppo che doveva decidere che posizione assumere nell'inchiesta ormai avviata dalla PM Falcione che aveva ad oggetto tutti i reati commessi da Saggese, Paghera, Repetto, Schenone, Carbone & c. nel Pontino.
La questione era delicata perchè il sindaco Buccilli era socio di Publiconsult, ed aveva con la stessa rapporto di servizio in appalto.
La riunione si concluse con un demenziale documento nel quale lui negava la verità dei fatti e il capogruppo dell'opposizione (DS) gli reggeva il cordone con una "leccata" fuori da ogni logica; d'altronde erano diversi giorni che i DS di Recco e quelli di Aprilia si sentivano telefonicamente per concordare una linea di condotta comune, così come con quelli di Castelletto D'Orba.
Nonostante questo fatto, Buccilli manteneva la carica di amministratore e la disponibilità delle sedi di Aprilia e di Nettuno dove la Publiconsult & c. continuava ad operare l'attività.
Alcuni comuni italiani, evidentemente amministrati in maniera corretta, procedevano intanto con interventi in giudizio contro le società del gruppo Publiconsult/Socea che, ad un certo punto, sostitutiva la denominazione in San Giorgio spa e introduceva un'immagine differente rispetto a prima:
sponsorizzava abbondantemente enti e associazioni, non sottovalutando il richiamo mediatico dell'effige del santo che uccide il drago; si avvicinava a traguardi prestigiosi preparando un progetto che avrebbe dovuto portare Buccilli alle regionali del 2001, dove poi, per una scelta forzata (?) non si presentò.

FINE PRIMA PARTE

ALLEGATI

Allegato n° 1

Decreto del presidente della repubblica che scioglie il consiglio comunale di Nettuno per "mafia"!

A Nettuno, cinquanta chilometri da Roma. Alle nove del mattino, il sindaco Vittorio Marzoli, Forza Italia, è già davanti ai palazzi della politica per essere ricevuto, chiarire, «evitare quest' ingiustizia»: si è portato dietro gli assessori, almeno quelli che non sono stati arrestati. Parla al telefonino, con Palazzo Chigi: «Dica a Pisanu e Letta che se non mi ricevono commetto un abuso e mi faccio arrestare». Alle dodici, però, è ancora immobile, in piazza, sorregge lo striscione «non siamo mafiosi». Il suo bluff è scoperto, un po' come i legami tra politica e criminalità. L' inchiesta e gli arresti di due assessori sono vecchi di settimane, ma dopo le intercettazioni a Franco D' Agapiti, boss in odore di ' ndragheta, con dentro i nomi di esponenti di An - il senatore Kappler e l' ex capogruppo in Regione, Celori - il presidente Fini non ha più dubbi: «Nettuno deve essere sciolto». Così, ieri, nella seduta che ha commissariato anche Torretta (Palermo), il consiglio dei ministri decide. Ds, Margherita e Prc esultano. Ma le polemiche non si placano. Protagonista il ministro Storace, che da governatore del Lazio finanziò con 650 mila euro un' associazione benefica. La sede, era in un palazzo di D' Agapiti, ritenuto vicino alla famiglia dei Gallace. Proprio intercettando D' Agapiti, i magistrati hanno capito cosa stava accadendo: corruzione, scambi in base ai quali chi «prometteva voti per An», otteneva «corsie preferenziali» negli affari. Una brutta storia. E Storace, fotografato all' inaugurazione dell' associazione proprio con D' Agapiti, adesso è accusato dai Ds: «Che quel palazzo fosse di un boss, non poteva non saperlo». La sua replica è immediata: «Vicenda inesistente, i Ds si vergognino». Di certo, non si vergognano gli amministratori di Nettuno: uno dei dirigenti arrestati, secondo la relazione del prefetto, era in «contatto diretto» con il cassiere della banda della Magliana, Nicoletti. E per il procuratore di Velletri, Mezzetti, in zona ci sono «almeno cinque Consigli da sciogliere».

Allegato n°2

COMUNE DI GENOVA


ESTRATTO DALLE DELIBERAZIONI ADOTTATE DALLA GIUNTA COMUNALE NELLA SUA ADUNANZA DEL 18/10/2006


Presiede:Il Sindaco - Giuseppe Pericu
Partecipa:Il Segretario Generale - Alfredo Gracili


Risultano presenti ed assenti i Signori:__________________________________________________

01.
02.
03.
04.
05.
06.
07.
08.
09.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
Giuseppe Pericu
Alberto Ghio
Luca Borzani
Anna Castellano
Luca Dallorto
Giovanni Facco
Bruno Gabrielli
Giorgio Guerello
Luigi Liccardo
Mario Margini
Arcangelo Merella
Roberta Morgano
Andrea Sassano
Valter Seggi
Gianfranco Tiezzi
Paolo Veardo
Presente
Presente
Assente G.
Presente
Presente
Presente
Assente G.
Presente
Presente
Assente G.
Presente
Assente G.
Presente
Assente G.
Presente
Presente
_________________________________________________________________________________


00977/2006PROROGA DEGLI APPALTI PER LA BONIFICA DELLA BANCA DATI ICI E IL RECUPERO DELL'EVASIONE ICI, PER IL SERVIZIO AFFISSIONI E MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA DELL'IMPIANTISTICA E DELLA CONVENZIONE PER IL SERVIZIO DI RISCOSSIONE

Su proposta dell'Assessore alla Programmazione e Gestione Economico Finanziaria – Bilancio – Tributi, dott. Luigi Liccardo;

Vista la determinazione dirigenziale n. 136 del 29 ottobre 2003 con cui, sulla base della deliberazione della Giunta Comunale n. 861 del 07.08.2003, è stato assegnato al R.T.I. Publiconsult S.p.A. (ora S. Giorgio S.p.A.) – AIPA S.p.A. – Engineering Sanità Enti Locali S.p.A. l'appalto per la bonifica della banca dati ICI ed il recupero dell'evasione ICI;

Vista la deliberazione della Giunta Comunale n. 921 del 29.09.2005 con cui è stato prorogato per un periodo di 12 mesi, fino al 30.10.2006, l'appalto per la bonifica della banca dati ICI ed il recupero dell'evasione;

Vista determinazione dirigenziale n. 152 del 14.11.2003 con cui, sulla base della deliberazione della Giunta Comunale n. 800 del 24.07.2003, è stato aggiudicato alla società Publiconsult S.p.A. (ora S. Giorgio S.p.A.) il servizio di materiale affissione dei manifesti con defissone di quelli abusivi e copertura di quelli scaduti, fornitura di tabelloni elettorali, rimozione degli impianti pubblicitari abusivi nonché le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impiantistica destinata al servizio delle pubbliche affissioni;

Vista la deliberazione della Giunta Comunale n. 549 del 16.06.2005 con cui è stata approvata la convenzione tra la società Gest Line S.p.A. e il Comune di Genova per l'affidamento ed il miglioramento del servizio di riscossione;

Considerato che i rapporti definiti in base ai citati provvedimenti hanno le scadenze di seguito elencate:
- 30.10.2006 appalto per la bonifica della banca dati ICI ed il recupero dell'evasione;
- 15.11.2006 servizio affissioni e manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impiantistica;
- 31.12.2006 servizio di riscossione;

Considerato che le attività oggetto del presente provvedimento costituiscono un ambito di primaria importanza per l'amministrazione in quanto incidono direttamente sulle entrate dell'ente;


Ritenuto in conseguenza necessario assicurare l'attuale livello di efficacia ed efficienza, la continuità gestionale e la continuità nell'andamento delle entrate mantenendo l'attuale organizzazione dei servizi non oltre il 31.12.2007;

Considerato in particolare che:
- per quanto riguarda l'attività di bonifica della banca dati ICI e per il recupero dell'evasione, permane l'esigenza di proseguire le attività di liquidazione ed accertamento con conseguente recupero dell'evasione, tenuto conto che la sospensione e/o il rallentamento di tali attività inciderebbe negativamente sull'equilibrio finanziario dell'ente e che non sussiste ad oggi la possibilità organizzativa di effettuare direttamente tali attività. Occorre inoltre tener conto di fattori di ordine organizzativo e gestionale che giustificano la proroga dell'appalto dei servizi in argomento anche in considerazione dell'affidabilità della società appaltatrice, dei buoni risultati raggiunti e della consolidata esperienza; l'attività di riscossione conseguente consente di mantenere i flussi di entrata programmati; a tale fatto si fa riferimento primario per dare giustificazione alla proroga considerato inoltre che sul piano economico è prevista una minore spesa annuale rispetto al passato pari a circa il 2,9%; - per quanto riguarda il servizio affissioni, informazioni assunte presso altre civiche amministrazioni sui compensi liquidati alle società conduttrici di servizi analoghi confermano che le attuali condizioni economiche sono particolarmente vantaggiose, pertanto la scelta di indizione di una apposita procedura negoziata determinerebbe verosimilmente l'aggiudicazione con oneri a carico della civica amministrazione notevolmente più alti di quelli attuali e che sussistono fattori di ordine organizzativo e gestionale che giustificano la proroga dell'appalto dei servizi in argomento in considerazione dell'affidabilità della società appaltatrice nonché della consolidata esperienza; si allegano (allegato A) i risultati dell'indagine effettuata che danno convincente dimostrazione della convenienza economica;

- per quanto riguarda il servizio di riscossione, permane l'esigenza di rendere più efficaci le procedure di riscossione attraverso l'affidamento in convenzione dell'attività;

Considerato che i servizi svolti dal R.T.I. S. Giorgio S.p.A. – AIPA S.p.A. – Engineering Sanità Enti Locali S.p.A. per la bonifica della banca dati ICI ed il recupero dell'evasione e dalla S. Giorgio S.p.A. per quanto riguarda il servizio affissioni sono propedeutici e strumentali all'attività di liquidazione e riscossione di tributi ed altre entrate da parte del Comune, rispettivamente, nella fattispecie dell'ICI e del diritto sulle pubbliche affissioni nonché nell'accertamento e nel perseguimento delle infrazioni e delle situazioni di abusivismo che si verificano nell'ambito del territorio del Comune di Genova;

Visto l'art. 3 del D.L. 30.9.2005 n. 203, convertito con modificazioni dalla legge 2.12.2005 n. 248, recante misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria;

Visto in particolare l'art. 3, comma 25 della l. 248/2005 che stabilisce che possono essere prorogati fino al 31.12.2010 i contratti in corso tra gli enti locali e le società iscritte all'albo di cui all'art. 53, comma 1 del D.Lgs. n. 446/1997; con particolare riferimento alle attività di riscossione, fra le quali si intende ricomprendere, anche per le giustificazioni di convenienza economica, il servizio affissioni;

Considerato che le società citate sono iscritte all'albo di cui all'art. 53, comma 1 del D.Lgs. n. 446/1997;

Visti l'allegato parere in ordine alla regolarità tecnica del presente provvedimento espresso dal Responsabile del Servizio competente ed il parere di legittimità espresso dal Segretario Generale;
      La Giunta, previa regolare votazione, all'unanimità
                  DELIBERA


1) di prorogare non oltre 31.12.2007:
a. l'appalto per la bonifica della banca dati ICI ed il recupero dell'evasione assegnato con determinazione dirigenziale n. 136 del 29 ottobre 2003 e prorogato con deliberazione della Giunta Comunale n. 921 del 29.09.2005;
b. il servizio affissioni e manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impiantistica assegnato con determinazione dirigenziale n. 152 del 14.11.2003;
c. il servizio di riscossione di cui alla deliberazione della Giunta Comunale n. 549 del 16.06.2005; 2) di dare mandato alla Direzione Tributi, coadiuvata dall'Unità Organizzativa Gare e contratti, per il riadeguamento formale, attraverso l'adozione di appositi provvedimenti, dei contratti suddetti, anche alla luce dell'evoluzione della normativa di riferimento.


Il Sindaco
Il Segretario Generale

La presente deliberazione viene posta in pubblicazione all'Albo Pretorio del Comune per 15 giorni a far data dal 27/10/2006 ai sensi dell'art. 124 - comma 1 - del T.U. D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.

_________________________________________________________________________________________
La presente deliberazione viene:
- Inviata ai capigruppo consiliari, ai sensi dell'art. 125 del T.U. D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.
_________________________________________________________________________________________

E' divenuta esecutiva ai sensi dell'art. 134 - comma 3 - del T.U. D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, il giorno 07/11/2006.




PARERE TECNICO
VALUTATO IL CONTENUTO DEL PROVVEDIMENTO SI ESPRIME PARERE FAVOREVOLE AI SENSI DI LEGGE.
Data 18/10/2006
IL DIRIGENTE RESPONSABILE
ennio dina